Ieri il parlamento ha fatto un passo in avanti verso la civiltà di questo paese, che è però ancora lontana da raggiungere.
Perché da oggi i cittadini italiani, anche dello stesso sesso, con le unioni civili vedranno riconosciuti diritti che fino a ieri erano negati, ma è anche vero che da oggi abbiamo cittadini con diritti pieni e cittadini con diritti parziali.
Personalmente credo che ieri sarebbe bastato votare una legge semplice, di un solo articolo, che dicesse che "le unioni tra due persone dello stesso sesso sono soggette alla medesima disciplina riguardante il matrimonio". Punto. Questa è l'uguaglianza.
Invece abbiamo da una parte cittadini di serie A con diritti pieni e dall'altra cittadini di serie B con diritti parziali.
In molti festeggiano la promozione in serie B e lo capisco bene.
E' bello vedere il mondo LGBT festeggiare il riconoscimento di un diritto non solo fino ad ora negato, ma anche fortemente osteggiato dai fanatici bigotti di questo paese.
Ma per il resto, per tutti quanti, c'è poco da festeggiare.
Uno stato che stabilisce che ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B non fa bene il suo dovere.
Secondo la Costituzione, all'art. 3, lo Stato deve "rimuovere gli ostacoli" verso l'uguaglianza, ovvero fare leggi che rendano tutti i cittadini uguali, senza differenze di sesso, razza, religione, condizione politica, personale o sociale.
Per il Paese c'è poco da festeggiare, perché è pericoloso il precedente che distingue cittadini di serie A e cittadini di serie B. E per fortuna ci sono parlamentari come Pippo Civati e Beatrice Brignone che con la loro astensione ci ricordano che questa distinzione non solo è ingiusta, ma forse è addirittura contraria alla Costituzione.
Oggi i cittadini di serie B sono uomini e donne LGBT che hanno vinto la promozione dall'inferno dell'assenza totale dei diritti.
Domani potrebbero essere uomini e donne del Sud con diritti diversi da quelli del Nord. Cittadini con un reddito inferiore ad una certa cifra con diritti inferiori a quelli con un reddito superiore. Cittadini laici con più diritti e credenti con meno diritti. Diversamente abili con meno diritti dei cosiddetti normali.
Vi piacerebbe domani vivere in un paese così? Bene, la notizia è che siamo già un paese così.