Intervista a Putignano24 del 15/8/2016

22 agosto 2016

di Gianclaudio Pinto in Putignano

1. In virtù della sua esperienza, cosa deve fare la cittadina di Putignano per rilanciarsi sotto l’aspetto turistico? Bisogna concentrarsi sul Carnevale di Putignano?

Putignano non deve ri-lanciarsi, ma deve lanciarsi, nel senso che non è mai stato un grande centro di attrazione turistica, lo confermano i recenti dati pubblicati dell’Osservatorio Regionale sul Turismo relativi al 2015. Per cominciare a farlo ha almeno due grandi opportunità dal punto di vista turistico. Per prima la vicinanza a luoghi di interesse turistico come Alberobello, Matera, la Valle d’Itria, Polignano e Castellana, solo per citarne alcuni in ordine sparso. Si dovrebbe attrarre di più il turismo di rimbalzo, ovvero chi cerca un hotel ad Alberobello e poi magari finisce altrove, per farlo non bastano i B&B, ma sono un buon inizio. E si dovrebbe puntare sui fattori di attrazione, tipo il Carnevale che è la seconda grande opportunità. Il Carnevale non è solo le quattro sfilate invernali, che certamente in questo momento grazie ai carri allegorici rappresentano la maggiore attrattiva, ma è molto di più. Può essere un grande generatore di esperienze per il turista. Penso alla carta pesta, penso ai riti del carnevale antico, ad un museo interattivo del carnevale e a tanto tanto altro che di potrebbe e dovrebbe pensare e realizzare. Ad oggi a Putignano non c’è nemmeno un negozietto di souvenir in cartapesta. La domanda a cui dare una risposta chiara e precisa è: perché dovrebbe venire un turista a Putignano? La risposta non è affatto scontata, ma la notizia è che i turisti, pochi o tanti che siano, già vengono, di passaggio, per caso o per scelta, ma vengono. Dovremmo trovare un modo efficace per accoglierli, fidelizzarli e attrarne di più.

 

2. Cosa ne pensi della manifestazione “Farinella d’Estate” promossa nei giorni scorsi nella nostra cittadina? Cosa è mancato?

Penso che questo genere di eventi non funzioni già dalla scelta del nome. Mi spiego meglio. La scelta di chiamare l’evento “Farinella d’estate al ritmo di Zingaria” è una scelta completamente sbagliata sotto il profilo del marketing e della comunicazione e denota la mancanza totale di un’idea precisa. Faccio un esempio. E’ impensabile che la Coca Cola dovendo lanciare una nuova bevanda la chiami “Acqua colorata e gassata, senza zucchero”. La chiama Coca Cola Zero. Punto. Il marchio è importante ed il marchio più importante di cui disponiamo è Carnevale di Putignano. Piuttosto che inventare soluzioni strane ogni anno si dovrebbe utilizzare sempre lo stesso marchio, perché così il prodotto è riconoscibile da parte del cliente. Altrimenti si fa confusione. E la confusione non aiuta il cliente/visitatore a sceglierci. Il cliente ha bisogno di essere attratto da qualcosa che abbia un’identità precisa, sia unico, originale, riconoscibile chiaramente tra tanti. Ha bisogno di abituarsi nel tempo ad un “format” ovvero ad un programma più o meno sempre simile e ad un “brand” cioè ad un nome e ad un marchio sempre uguale. In questa confusione, alibi meteorologiche a parte, cosa ha funzionato? I bellissimi carri illuminati il martedì sera. Perché per chiunque è chiaro di cosa si tratta. Il resto è poca roba, pare anche pagata tanto, forse troppo. Inoltre in tempi come questi in cui le risorse pubbliche sono scarse, andrebbero cercate risorse esterne per sostenere gli eventi. Credo fortemente nell’investimento pubblico nella cultura, ma un programma di eventi ha bisogno anche di essere attrattivo per potenziali investitori (sponsor e/o fruitori disposti a pagare un biglietto). Ma per farlo servono innanzitutto programmazione, originalità, qualità. Caratteristiche decisamente scarse negli eventi estivi putignanesi pubblici ormai da molti anni. Più interessanti invece sono quelli privati, organizzati da associazioni molto sveglie. Magari, nel breve termine, piuttosto che cercare soluzioni strane, si potrebbero cercare sinergie con le associazioni locali che hanno già dimostrato di saperci fare.

 

3. Secondo lei, come si può organizzare al meglio il Carnevale estivo e invernale? Quale deve essere la differenza fra l’edizione estiva ed invernale?

Il Carnevale, estivo o invernale che sia, non può e non deve essere una sagra come le migliaia di sagre che si fanno in giro, in tutta Italia, tutto l’anno. Ha delle caratteristiche peculiari, una storia, delle tradizioni, un’identità precisa che può essere declinata in modo differente in inverno e in estate. I due eventi sono potenzialmente l’uno il volano dell’altro. Di certo è necessario reperire risorse diverse da quelle pubbliche per entrambi gli eventi. Ora qualcuno penserà “bravo, ci volevi tu”. In realtà la questione è seria e fino ad ora è stata affrontata in modo non adeguato. Per trovare risorse private è necessaria una programmazione molto anticipata rispetto agli standard a cui siamo abituati, un’ambizione alla qualità molto lontana da quella a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e una valorizzazione degli elementi che rendono unico il nostro carnevale molto più forte di come è stato fatto fino ad ora. Uno sponsor decide di investire soldi su un progetto per diffondere il proprio marchio e acquisire nuovi clienti, per legare il proprio prodotto a valori e caratteristiche specifiche che in questo modo lo facciano preferire da parte del cliente. Non bastano striscioni e bandierine. Serve molto molto molto di più. Non bastano i discutibili bandi ferragostani per la comunicazione e il procacciamento degli sponsor, non serve stravolgere lo statuto come fatto in passato e non serve nemmeno pensare genericamente di “coinvolgere” o peggio “affidare” ai privati” come sento spesso, non si sa bene come e per fare cosa. Abbiamo esempi molto vicini a noi, penso al Locus Festival, che dimostrano che è possibile fare un evento di qualità, capace di attrarre moltissimo pubblico e capace di attrarre sponsor e risorse importanti.

 

4. In capo alla Fondazione Carnevale di Putignano, ci deve essere un politico o un manager?

Al carnevale serve una gestione manageriale che abbia un compito chiaro e preciso: valorizzare il “Carnevale di Putignano” con la sua storia, la sua identità e le sue potenzialità, alzare il livello di attrattività dell’evento tutto l’anno e trovare nuovi ricavi che consentano di far crescere l’evento stesso e alleggerire progressivamente l’impegno economico pubblico. Un compito tutt’altro che facile, ma questo è. Andrebbe quindi assegnato questo compito ad un team di persone preparate e con esperienza in vari settori strategici, con tempi e obiettivi precisi che si occupi di questa attività in modo esclusivo, non come un passatempo o un hobby. La scelta di questo team è purtroppo inevitabilmente in capo alla politica, ma andrebbero valutati solo i curricula, gli obiettivi, i risultati e i bilanci. Punto. Nient’altro. Per realizzare tutto ciò la politica con i suoi tempi, le sue beghe, le sue spartizioni, i suoi amici degli amici e i suoi equilibrismi, è solo un intralcio inutile, quindi dovrebbe fare un deciso passo indietro. Sarebbe meglio per tutti.

Tags: carnevale, putignano, marketing, strategia

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