Stasera non ho partecipato all'assemblea pubblica convocata dal Sindaco sul tema Ospedale. Il problema dell'ospedale di Putignano è complesso, ma sta tutto in una fitta rete di interessi politico economici. È molto difficile attingere notizie, impossibile raccogliere prove e testimonianze giurate. Personalmente c'ho provato, ma non ho avuto successo. Auguro ad altri di avere maggiore fortuna.
Come ho avuto modo di spiegare qualche anno fa all'allora direttore generale della ASL BA/5, con cui ebbi un'accesa discussione negli uffici della regione, nessuno che abbia un po' di buon senso può sostenere che l'ospedale di Monopoli sia territorialmente più baricentrico di quello di Putignano. Ancora meno quello di cui si parla tanto che dovrebbero costruire a Savelletri.
E nessuno che abbia un po' di intelligenza può pensare che Acquaviva sia un ospedale da far rientrare, attraverso il piano ospedaliero, tra gli ospedali del territorio, in quanto privato e pochi mesi fa sull'orlo della bancarotta.
Nessuno con un po' di senno può immaginare che nell'"ora d'oro" (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Golden_hour), non un cittadino di Putignano, ma di Noci, Alberobello o Gioia, possa raggiungere comodamente Monopoli o Bari.
Chiunque con un po' di senno capisce da solo che la concentrazione ospedaliera a Bari, con l'affollamento di cliniche private in convenzione (presto anche dotate di pronto soccorso), sia un'anomalia.
In questi anni in cui mi sono occupato dell'ospedale ho ascoltato tanti racconti, ma prove zero e disponibilità a parlare pubblicamente di questi temi meno di zero. Potrei raccontare cento episodi che costituiscono una montagna di sospetti, ma non avrebbe nessun senso.
Se avessi avuto prove e non solo sospetti sarei andato direttamente alla procura della repubblica.
L'ospedale di Putignano non chiuderà, ma sarà lasciato morire lentamente. E' così da anni. Un primario va in pensione e non si sostituisce, un macchinario si rompe e non si sostituisce, il materiale di consumo non si ordina. Questo è ciò che è accaduto alla ginecologia e ciò che potrebbe accadere ad altri reparti. Un giorno, non troppo lontano, ci diranno che purtroppo non si può fare a meno di chiuderlo, ma intanto verrà tutto o quasi riconvertito in qualcosa. Come Monte Laureto, d'altronde, che è stato riconvertito da sanatorio a semi abbandono.
Il rammarico è che tutto questo ricade fortemente su un tema, la salute, che dovrebbe stare a cuore a tutti, indipendentemente dal colore politico e dagli interessi economici. Con la vita, la salute e la morte delle persone non si scherza e non ci sono altri interessi che tengano.