W la Libertà

10 settembre 2015

di Gianclaudio Pinto in La Politica

Lo slogan "C'è chi dice sì" utilizzato per la festa nazionale dell'Unità sta nel solco di una narrazione che ha davvero rotto il cazzo.

Sono tra quelli che dice NO a tante cose fatte da questo governo, ma semplicemente perché dice SI ad un altro modello di paese e di sviluppo. È ancora consentito?

C'è ancora la libertà di dire no alle trivelle, ai licenziamenti illegittimi, ai capolista bloccati, alle grandi opere e ai presidi manager? Alle proroghe delle concessioni autostradali, agli inceneritori, alla Tap, ai numeri raddoppiati per la fretta di fare i fighi, salvo poi passare per stupidi?

C'è ancora la libertà di dire che tutta questa roba non l'abbiamo mai votata e non era presente in nessun programma?

C'è ancora la libertà di dire sì ai più ricchi che devono pagare più tasse, alla scuola e alla sanità pubblica, al turismo di qualità, al rispetto dell'ambiente, all'energia verde, al consumo zero di suolo e magari ad una giustizia che fa davvero la guerra alla corruzione e alle mafie?

C'è ancora la possibilità di dire dei NO per affermare degli altri SI, senza essere continuamente offesi, dileggiati e spesso messi nelle black list passando per Gufi, detrattori, conservatori?

O c'è solo, in questo paese, la possibilità di dire "Sì Matteo"? 

Vi piacerebbe...

E invece c'è la possibilità di dire Sì ai referendum, di firmare e andare a votare nel 2016 per decidere se queste riforme sono giuste o no. Mancano pochi giorni, ma ce la possiamo fare, tutti insieme, a dimostrare che un Sì diverso è possibile. #WlaLibertà

 

 

Tags: Referendum, Partito democratico, Renzi, C'è chi dice sì, propaganda

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